Diga del Turano
La Valle del Turano, prima molto ampia e scavata in gran parte in marne e calcari marnosi, si fa bruscamente stretta e profonda, incisa in rocce calcaree. E’ proprio con lo sbarramento di questa stretta gola dalle pareti a picco, che hanno fornito solide spalle per la diga, che si è realizzato il lago del Turano. La diga fu finita nel 1939 dalla società Terni, è alta 80 metri, costruita in calcestruzzo, di tipo a gravità massiccia con pianta leggermente arcuata.
Le acque del lago artificiale sono utilizzate per la produzione di energia elettrica, tramite gallerie di derivazione che, dopo aver raggiunto 9 km a NE l’analogo serbatoio del Lago del Salto, convogliano circa 30 m3/s verso la centrale idroelettrica di Cotilia. La capacità dei due invasi artificiali del Turano e del Salto è rispettivamente di 150 e 270 milioni di m3. La portata del Turano a valle dello sbarramento di Posticciola è dell’ordine di 1 m3/s, corrispondente approssimativamente al rilascio artificiale della diga, mentre la sua estensione è di circa 85 km e occupa una superficie di circa 650 km2. A valle della diga, fino a Rocca Sinibalda, il F. Turano scorre entro una gola profondamente incisa, per poi riprendere un corso lineare nella valle che si allarga progressivamente fino allo sbocco nella Piana Reatina. Il F. Turano dopo aver percorso la valle omonima per circa 45 km, con un dislivello di 1524 metri, raggiunge il Fiume Velino in località Terria, nella Piana Reatina. Il Fiume Velino a sua volta, attraverso le Cascate delle Marmore, alimenta le acque del Fiume Nera che confluiscono nel Fiume Tevere.